UN SALUTO DALLO SPAZIO · 2024
Opera Viva – Barriera di Milano // Piazza Bottesini, Torino
X Edizione · CAMOUFLAGE // Non classificato
Un saluto dallo spazio
2024 – illustrazione digitale – 5,8 x 3 m [ 2,26 x 2,26 m ]
La maggioranza del mio percorso umano, professionale ed artistico viene ciclicamente influenzato dall’intersezione di alcuni grandi elementi “astratti”:
– i numeri, la matematica e geometria come strumento di rappresentazione (tra proporzioni, teoremi, sequenza di Fibonacci e spirale aurea);
– l’equilibrio nelle sue diverse ed infinite accezioni;
– il fascino, peso e potere del linguaggio comunicativo (in tutte le sue forme);
– il rispetto delle regole e della storia;
– il valore dell’etica, nello specifico la tanto acclamata “etica della reciprocità”.
In questo progetto viene sfruttata la tematica CAMOUFLAGE per racchiudere e sintetizzare questi valori intrinsechi, profondi e fondamentali, forse dimenticati, bistrattati, fraintesi o sottovalutati dall’essere umano contemporaneo. La sua rappresentazione ne diventa la maschera.
Parlando di spazio, l’opera presenta diversi spazi di lettura, ognuno contenuto all’interno del precedente.
Il primo spazio da intendersi è il luogo stesso sia a livello geografico (Città di Torino) che socioculturale (Piazza Bottisetti ed il concetto di piazza in genere).
Il secondo spazio è quello espositivo, la superficie dell’affissione in oggetto che è di sua stessa natura un contenitore di contenuti. Uno spazio con un valore, uno spazio ambito.
Il terzo spazio è l’ingombro effettivo che occupa il soggetto rispetto alla superficie totale a disposizione: in questo caso un quadrato, il cui lato misura 2,26 metri.
Il quarto spazio è per il soggetto: l’essere umano ed il suo impatto sul pianeta (uno spazio che orbita nello spazio).
Il quinto spazio è per l’astrazione, la creatività, la libertà di espressione personale, la sperimentazione, l’errore, il tributo e la coincidenza ( o molto spesso sincronicità ).
I primi due spazi sono da considerarsi dati conosciuti, nonché vincoli di progetto.
Per determinare la rappresentazione del terzo ed il quarto spazio invece, viene preso in esame il dato statistico di densità della popolazione italiana* relativo all’anno 2024, che si attesta a 194,8 abitanti per chilometro quadrato.
* Densità della popolazione italiana 2024 – Fonte: PopulationPyramid / maggio 2024
194,8 abitanti/km2 = 1000 m2 / 194,8 abitanti = 5,1 m2 / abitante
√5,1 m2 = 2,26 m
Questo il terzo spazio, il lato di un quadrato che rappresenta l’ingombro bidimensionale che ogni cittadino italiano “può occupare” oggi senza invadere lo spazio altrui. La prima scelta, sfida e provocazione progettuale è quindi quella di rendere l’ipotetico e astratto spazio a disposizione efficace e sufficiente a comunicare sé stesso.
Il restante spazio bianco (o privo di stampa) non è però da considerarsi vuoto. Oltre a risultare un naturale passe-partout per il soggetto, quello spazio “in esubero” rappresenta uno spazio temporaneamente libero che a tutti gli effetti appartiene a qualcun altro, al cosiddetto prossimo ( vedi Premessa / Etica della Reciprocità ). Il valore di questo spazio è inoltre tangibile e misurabile anche in termini di risparmio economico, energetico e di impatto ambientale (oggi meglio conosciuto con il nome di sostenibilità):
Area del supporto: 5,8 * 3 m = 17,4 m2 = 100%
Area del soggetto: 2,26 * 2,26 m = 5,1 m2 = 29,3%
Area non stampata: 17,4 – 5,1 = 12,3 m2 = 70,7%
Il soggetto presenta a sua volta diversi livelli intersecati di tributo e di concetto: il quarto ed il quinto spazio.
Nel 1948, il celebre architetto svizzero/francese Le Corbusier progettò “Le Modulor” cercando di rappresentare, prima attraverso la musica e poi attraverso i numeri, le proporzioni dell’essere umano nello spazio.
Per usare le sue parole: «Esso è uno strumento di misura derivato dalla statura umana e dalla matematica. Un uomo a braccia alzate fornisce nei punti determinati dall’occupazione dello spazio (il piede, il plesso solare, la testa, l’estremità delle dita…) tre intervalli che generano una serie aurea detta di Fibonacci […]. Questo bel risultato è il dono naturale dei numeri, l’implacabile e meraviglioso gioco matematico». (Curti 2006, p. 218)
Perché proprio Le Modulor e non per esempio l’Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci?
Ne Le Modulor, i tre intervalli aurei sono 43, 70 e 113. La loro somma nonché il numero seguente in sequenza aurea è 226. Considerata l’unità di misura in centimetri, ciò significa che lo spazio di ingombro in altezza dell’essere umano con un braccio alzato è empiricamente di 2,26 metri, ESATTAMENTE come il terzo spazio di questo progetto, dato però ricavato seguendo tutt’altre finalità.
L’incredibile coincidenza genera inevitabilmente una comparazione altamente provocatoria: lo spazio minimo attorno al quale costruire gli spazi di vita di un essere umano secondo Le Corbusier nel 1948, nel 2024 corrisponde allo spazio di densità della popolazione italiana, una sorta di area di rispetto o di confine oltre il quale si invade o limita la vita e la libertà altrui. Tangibile, misurabile, ma con significati opposti; dagli infiniti sviluppi antropologici e socioculturali. Partendo proprio dalla costruzione geometrica di Le Modulor nasce l’occupazione del mio spazio, il mio modo di comunicare, la mia espressione personale. Di cui, vista proprio la tematica, potrebbe non essere necessario un approfondimento. Il soggetto è quindi il contenitore, e non il contenuto. Il contenuto farà nascere naturalmente interpretazioni più o meno contemporanee e libere da ogni vincolo. Sarà quindi la ricerca di interpretazione del soggetto a distogliere completamente l’osservatore dal domandarsi il vero significato di spazio. Io sono e resto a disposizione, nel rispetto dello spazio, nel mio spazio.
Da qui il titolo: Un saluto dallo spazio.
Luca Bugatti, 5 maggio 2024
HEAD SETTING · 2020
A series of 16 subjects designed around a single geometric grid based on the intersection of 2 Fibonacci’s spirals.
8 fixed and common points for 16 different head settings.
The Sketchbook Project is an independent Brooklyn-based company that organizes global, collaborative art projects.
HERMETICALS · 2019/2020
This series presents a more extreme geometric style. The subjects lose their explicit connection with the human dimension, thus leaving room for shapes, backgrounds and visual references capable of generating greater keys of interpretation.
ANATOMICALS · 2019/2020
This series undergoes a conceptual stylization through the use of anatomical and muscular posture, drawing from various quotations, metaphors and symbols.
GRAY ON WHITE · 2004/2009
The beginning was just white subjects on a flat, untouchable and neutral gray background.